quinta-feira, 21 de janeiro de 2010

FALSI AVI ITALIANI PER AVERE IL PASSOPORTO


Garantiva falsi avi italiani per far avere la cittadinanza a connazionali brasiliani: un pacchetto che, tra albero genealogico e casa a Lamon, nel Bellunese, costava dai 10 mila ai 15 mila euro. Il 25enne brasiliano padre del business è stato arrestato dalla Digos per vari reati. M.Zagonel, con agenzia di affari a Trento, s’e ra già spostato a Pordenone per allargare l’attività.

Tutto è partito da una segnalazione del Comune di Lamon alla polizia di Stato: da tre richieste di cittadinanza avanzate da brasiliani, l’anno scorso erano passati a un centinaio. Una valanga, al punto da destare sospetti. Così, qualche verifica al consolato di Belo Horizonte, in Brasile, ha permesso di scoprire che qualche documentazione potesse essere fasulla, specie i documenti relativi alla legalizzazione. Difficile il lavoro degli uomini della digos: all’“anagrafe” brasiliana, bastano due testimoni che attestino l’origine della persona perchè questa sia riconosciuta.

Zagonel, ai suoi connazionali, trovava i “parenti” italiani, complici anche funzionari oltre Oceano e nostri emigranti nel Paese verde oro con cognome veneto disposti a dire: «Sì è mio figlio» o «mio parente». Poi il viaggio in Italia per «turismo», validità tre mesi (senza necessità di passare per la questura e di ottenere un permesso di soggiorno). Una volta ottenuta la cittadinanza, poi, non ci voleva nulla per chiedere il passaporto. La provincia di Belluno era stata individuata come “porta” di ingresso per i brasiliani che partivano. Dopo aver ottenuto illegalmente il passaporto italiano, si trasferivano altrove, specie Inghilterra.

Il 25enne è stato arrestato su ordine di custodia cautelare spiccato dal gip Federico Montalto su richiesta del pubblico ministero Simone Marcon: un anno di indagine per la digos bellunese, che alla fine ha stretto il cerchio attorno all’uomo, nei confronti del quale sono stati contestati molti reati e sono state effettuate intercettazioni telefoniche dalle quali emerge il “ traffico”.

Le ipotesi di reato vanno dal falso ideologico, per aver indotto in errore un pubblico ufficiale (in questo caso l’ufficiale dell’a nagrafe del Comune di Lamon, sommerso di richieste di cittadinanza di oriundi italiani in Sudamerica), al concorso nella falsificazione di documenti, fino al favoreggiamento per aver consentito l’ingresso e la permanenza in provincia di cittadini extracomunitari.

L’arresto, avvenuto a Belluno, ha fatto scattare anche perquisizioni nelle dimore usate. Il 25enne aveva casa a Fiera di Primiero e un’agenzia di affari a Trento con recapito presso un’i mmobiliare (risultata estranea alla vicenda), ma doveva aver odorato aria di guai: da poco tempo, infatti, si era spostato a Casarsa della Delizia, dove aveva avviato già 13 richieste di cittadinanza per altrettanti brasiliani. Più di un centinaio i casi che la polizia sta accertando, una ventina i falsi acclarati. I soggetti coinvolti sono ancora uccel di bosco.

* di Cristina Contento - Corriere della Alpi

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